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Giuseppe Cosenza

Analista economico

Partenariato Pubblico Privato e nuovi modelli di business

Il partenariato speciale pubblico privato previsto dall’art. 151 comma 3 del Codice dei contratti pubblici del 2016 consente soluzioni innovative, semplificate e diversificate di conservazione e di valorizzazione di beni culturali immobili. Tale strumento supera la rigidità tradizionale del regime concessorio e permette forme elastiche di collaborazione, anche strutturate e a medio-lungo termine, mediante la creazione di organismi comuni, modalità di governance flessibili e modelli di business innovativi. Trascorso un periodo di sperimentazione strutturale della durata di circa cinque anni dalla entrata in vigore della norma, il 2021 e soprattutto il 2022 sono stati anni di applicazione concreta che hanno visto nascere progetti in capo al Ministero della Cultura di natura diversa sotto gli aspetti degli enti promotori e dei destinatari. Si pensi agli avvisi pubblicati dal Parco Archeologico dei Campi Flegrei, dalla Reggia di Caserta e dalla Direzione Regionale Musei della Calabria, ognuno dei quali differenti per oggetto, finalità e destinatari, rispettivamente rivolti a enti del terzo settore o a imprese tradizionali. Invitalia nel 2021 ha svolto attività di advisoring per il Ministero della Cultura in tutte le attività di Program Management e di Centrale di Committenza per la riqualificazione energetica del Museo e Real Bosco di Capodimonte. L’operazione di finanza di progetto in cooperazione con soggetti privati, in proiezione futura dovrebbe avere tra i principali risultati risparmi sia in termini di costi, sia in termini di consumi energetici. Nei prossimi anni si dovrebbe avere una maggiore diffusione dello strumento giuridico tra i diversi istituti e luoghi della cultura e una sperimentazione anche verso forme di partenariato aventi ad oggetto la gestione congiunta di beni culturali materiali e digitali. Il partenariato potrebbe essere lo strumento flessibile grazie al quale si creano modelli di business innovativi e ibridi.

Economista della cultura, lavora in Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, nella divisione Beni Culturali e Turismo, nell’area Investimenti Pubblici. Per diversi anni si è occupato di valutazione e finanziamento di progetti di impresa culturali e creativi promossi da Cultura Crea, la misura agevolativa del Ministero della Cultura a sostegno delle imprese culturali e creative localizzate nel Sud Italia. È stato tutor in programmi di accelerazione e accompagnamento alle imprese e agli aspiranti imprenditori della filiera turistica e culturale.
Scrive per Arteconomy24 - Il Sole 24 Ore ed è Membro e Consigliere ICOM Lazio, dove si occupa del rapporto pubblico/privato nel settore culturale e del tema nell’innovazione nei musei. È membro del CdA del Parco Archeologico di Ostia Antica. Si laurea in Economia e Commercio e successivamente in Gestione e Innovazione delle Organizzazioni Culturali e Artistiche alla facoltà di Economia dell’Università di Bologna.

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