
Relatori Milano 2021
Giovanni Solimine
Sapienza Università di Roma
Adolescenti: fuga dalla lettura? Sguardo internazionale e ipotesi interpretative
Giovanni Solimine si occupa di problemi dell'editoria e della lettura e insegna presso l’Università di Roma La Sapienza, dove dirige il Dipartimento di Lettere e Culture moderne. Docente nel Master in Editoria, giornalismo e management culturale; componente del Collegio di dottorato in Scienze documentarie, linguistiche e letterarie; è stato senior research fellow della Scuola Superiore di Studi Avanzati della Sapienza.
Presiede dal 2017 la Fondazione "Maria e Goffredo Bellonci”, che organizza il Premio Strega. È stato componente del Consiglio superiore dei Beni culturali e paesaggistici. Fondatore del "Forum del libro", che ha presieduto fino al gennaio 2017 e di cui è attualmente Presidente onorario.
Autore del blog La conoscenza rende liberi (www.giovannisolimine.it) ha scritto oltre 500 pubblicazioni; i suoi volumi più recenti, tutti pubblicati da Laterza, sono L’Italia che legge (2010), Senza sapere: il costo dell’ignoranza in Italia (2014), La cultura orizzontale (2020, in collaborazione con Giorgio Zanchini); dirige "Biblioteche oggi Trends. Rivista di studi e ricerche".
Nel 2010 gli sono stati attribuiti il Premio Gifuni e il Premio Fiesole per la promozione della lettura; nel 2017 gli è stato conferito il Premio Life Gate; nel 2018 l’Associazione Italiana Biblioteche lo ha proclamato socio d’onore; nel 2020 il Centro di ricerca europeo libro editoria biblioteca (CRELEB) dell’Università Cattolica di Milano gli ha conferito il Premio “Àncora aldina” per la cultura del libro.
L’intervento si propone di analizzare le trasformazioni intercorse nel passato decennio nei comportamenti di lettura tra gli adolescenti italiani, allo scopo di comprendere le cause che hanno determinato un notevole calo degli indici statistici.
A partire dal 2011 si è registrato un calo notevole nell’acquisto e nella lettura di libri e in soli tre anni si sono persi tre milioni di lettori: nel periodo 2011-2016 il fatturato del comparto editoriale è sceso da circa 3,5 miliardi di euro a 2,7 e la percentuale dei lettori ha toccato col 40,5 la punta più bassa. Analizzando i dati si può verificare, però, che lo spostamento sembra essere determinato da cause endogene più che dalla congiuntura economica e dal calo generalizzato dei consumi verificatosi in quegli anni.
L’origine del fenomeno può essere compreso osservando le statistiche Istat disaggregate per classi d’età. Nell’ambito di un calo complessivo di poco più di sei punti percentuali venutosi a creare durante il periodo 2010-2016, che non è mai stato superiore ai tre punti all’anno e che a volte ha addirittura manifestato oscillazioni di segno positivo, tra le generazioni più giovani si è aperta una vera e propria voragine, raggiungendo addirittura uno scarto di oltre quattordici punti nella fascia 11-14 e di dodici punti nella fascia 15-17, di gran lunga più pesante di quanto non è accaduto per le altre generazioni; da rilevare che nello stesso periodo tra gli over 60 la lettura ha tenuto o è addirittura cresciuta. Siccome i giovani erano e, malgrado tutto, restano coloro che leggono di più, il loro allontanamento dai libri ha inciso proporzionalmente in misura notevole nella determinazione del risultato complessivo.
Non è casuale che la crisi del mercato editoriale registrata nel periodo 2011-2016 sia in gran parte sovrapponibile alla migrazione verso la rete di un’intera generazione di lettori, fortemente attratta da Internet mobile e dai social network. Il distacco dalla lettura di libri verificatasi nei ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 17 anni non si è diretto verso il libro digitale, ma verso altri canali di intrattenimento e apprendimento che assorbono totalmente il tempo dei giovani.
Il mercato degli e-book, è rimasto sostanzialmente statico mentre calava la lettura di libri cartacei ed ha fatto un balzo in avanti solo nel 2020, in occasione del lockdown dovuto alla pandemia. La quota di chi legge esclusivamente libri elettronici non è tanto elevata da consentirci di affermare che si tratta di lettori che hanno abbandonato il cartaceo per migrare verso il digitale.
Dovremmo anche chiederci se questa “fuga dal libro e dalla lettura” sia irreversibile e se non sia opportuna l’adozione di strategie mirate tendenti a fermare questa diaspora e a recuperare almeno in parte i lettori che si sono perduti. I buoni risultati ottenuti dal “bonus cultura” che dal 2016 il Governo mette a disposizione di chi compie 18 anni sembrano suggerire l’adozione e l’estensione di analoghi provvedimenti di sostegno della domanda.
L’analisi del problema e l’individuazione di interventi di contrasto a questo calo può essere favorita da un confronto con la situazione in altri paesi paragonabili al nostro, pur nella consapevolezza della disomogeneità dei dati disponibili. Vengono discussi a tale scopo alcuni dati relativi a Germania, Francia e Spagna.
In Germania si è avuta nel corso del decennio passato una certa flessione, ma molto meno forte che da noi. Tra i ragazzi dai 12 ai 19 anni il 35% legge libri quotidianamente o quasi, dedicando a questa attività un tempo medio giornaliero di 74 minuti (in aumento di circa 20 minuti rispetto all’anno precedente).
Anche in Francia, malgrado un trend negativo, nel 2021 l'80% dei 15-24enni si è dichiarato lettore, mentre nel 2019 era il 92% a pensarla così.
I dati della Spagna sono in costante crescita da decenni. La percentuale dei lettori di libri tra i giovani di 14-24 anni è pari al 71,7% ed è molto forte la quota di “lettori forti”. Nel corso dell’ultimo decennio è cresciuto notevolmente anche il numero di lettori di libri su supporto digitale, passata dal 5,3% del 2010 al 30,3% del 2020.
Se proviamo a comparare l’uso della rete nei diversi paesi, vediamo che gli italiani – anche se utilizzano Internet parecchio meno di altri popoli europei – in proporzione la utilizzano molto intensamente, in particolare per quanto riguarda la connessione in mobilità e molti degli usi maggiormente riconducibili al pubblico più giovane.
Per concludere, possiamo constatare il notevole distacco che caratterizza gli indici dell’Italia rispetto a quelli di altri paesi e aggiungere che nelle aree geografiche in cui le abitudini di lettura risultavano più consolidate prima che si manifestassero le difficoltà del decennio passato, gli indici reggono meglio e le tentazioni di fuga verso i social network hanno un impatto minore.