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Relatori Milano 2021

Fabio Cusimano

Veneranda Biblioteca Ambrosiana

Come il digitale cambierà le biblioteche analogiche

Fabio Cusimano, Ph.D. in Storia del Cristianesimo medievale, è specializzato in Storia del libro e in Digital Humanities.
Ha insegnato e condotto ricerche nel campo della digitalizzazione, della catalogazione e della storia delle biblioteche presso le Università di Sassari (come ricercatore Post Doc) e Palermo (come professore a contratto).
Proprio nel campo della digitalizzazione, metadatazione e codifica digitale del patrimonio librario, come anche della progettazione e gestione di strutture complesse per progetti di digitalizzazione, ha maturato notevole esperienza anche all’estero, presso la TREVENTUS Mechatronics GmbH di Vienna.
Tra le sue numerose pubblicazioni si annoverano due monografie dedicate rispettivamente alla codifica digitale dei manoscritti (in XML/TEI-P5) e alla storia della legatura libraria.
Attualmente è Responsabile della catalogazione e del Digital Asset Management (D.A.M.) presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, dove si occupa ‒ in collaborazione con la University of Notre Dame (Indiana, USA) e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ‒ dello sviluppo della nuova Digital Library ad accesso aperto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana e dell’implementazione delle tecnologie IIIF (International Image Interoperability Framework).

È Research Affiliate presso il Navari Family Center for Digital Scholarship (CDS), Hesburgh Library, University of Notre Dame (Indiana, USA).

È Visiting Fellow presso il Digital Humanities Advanced Research Centre (/DH.arc), parte del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica della Alma Mater Università di Bologna.



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A volte, in particolari circostanze, ci rendiamo conto di come la realtà superi la finzione letteraria e/o cinematografica proponendoci scenari di vita vissuta permeati dal tanto decantato “cambiamento in atto”: è come se, disponendo della possibilità di analizzare fotogrammi del nostro recentissimo passato “pandemico” (peraltro tutt’altro che declassato a lontano ricordo, come tutti noi vorrremmo che fosse), potessimo far scorrere in slow motion alcuni scenari, alcuni comportamenti tipici della nostra vita “rivisitati” al tempo del lockdown… ivi compresa l’esperienza che ognuno di noi ha fatto in/della biblioteca. Il “cambiamento in atto” di cui alla precedente menzione è, ça va sans dire, quello che vede protagonista l’inarrestabile avanzata del digitale su più fronti. Cosa saremmo in grado di scorgere? Quali analogie sarebbe possibile cogliere con simili, epocali rivoluzioni – culturali, sociali e tecnologiche – avvenute nel passato? Quali reazioni a tali cambiamenti – di cui, a volte, si è fatta esperienza in modo del tutto inconsapevole – abbiamo già vissuto? E con quali esiti? Un tentativo di analisi affatto semplice e/o scontato, con il quale si cercherà di cogliere alcune tracce di tale “cambiamento in atto”, attivo anche all’interno delle biblioteche analogiche, testimoni resilienti di tempi passati, del nostro presente e… del futuro!

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