Gino Roncaglia
Università Roma Tre
Quali piattaforme per la cultura?
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Nell’ultimo anno, le necessità imposte dalla pandemia hanno portato – anche in ambito culturale – all’uso sistematico e diffuso degli strumenti di comunicazione on-line e in particolare delle piattaforme di videoconferenza. Strumenti che in questi mesi non solo sono diventati per molte e molti di noi un’abitudine quotidiana, ma che stanno anche conoscendo un rapidissimo sviluppo tecnologico e funzionale: gestione di gruppi e sottogruppi, gestione di contenuti e interventi multilingue anche attraverso meccanismi di trascrizione e traduzione automatica, funzionalità di ‘regia’ quasi televisiva degli eventi, sono solo alcuni fra gli esempi che si potrebbero fare.
Anche il mondo bibliotecario ha organizzato on-line moltissimi eventi, dalle presentazioni di libri ai gruppi di lettura, dagli incontri di formazione alle riunioni di lavoro. La centralità di questi strumenti – che speriamo possano tornare presto ad affiancare anziché sostituire gli incontri in presenza – non è un fenomeno passeggero: quando torneranno gli incontri fisici, sarà difficile non pensarli in forma almeno in parte nuova, con un uso maggiore dell’on-line sia come canale per la preparazione e il follow-up, sia come canale parallelo di diffusione, in grado di garantire un allargamento della partecipazione. Questa prospettiva pone però il problema della selezione delle piattaforme da usare e della progettazione delle loro funzionalità e delle loro interfacce, anche in funzione delle necessità del mondo della cultura e della mediazione informativa. Di che tipo di strumenti abbiamo bisogno, esattamente? Quali esigenze particolari e specifiche dobbiamo tenere presenti? L’intervento proporrà alcune considerazioni e alcuni suggerimenti su questo tema, con indicazioni pratiche anche sul legame con il mondo della scuola e della formazione e con le piattaforme per la didattica a distanza.